Che cos’è la parodontite
Non prendersi cura della salute dei propri denti, non adottare una corretta routine di igiene orale domiciliare e non effettuare controlli periodici dal dentista e sedute di igiene orale professionale 2 volte l’anno può portare a sviluppare complicanze orali importanti, in particolar modo se si è persone affette da particolari patologie sistemiche o donne in gravidanza. Una delle complicanze orali più comuni in caso di trascuratezza di igiene orale, oltre alla lesione cariosa, è la parodontite.
Definizione della parodontite
La parodontite è un’infiammazione caratterizzata da placca batterica che risulta in una perdita di attacco e la formazione di tasche parodontali. Con perdita di attacco (CAL) si intende la perdita dei tessuti di supporto del dente. È una patologia cronica che si sviluppa nel caso in cui una gengivite non venga trattata nel modo corretto o venga trascurata.
Nella classificazione del 1999 si distinguevano 4 tipologie di parodontite:
- Parodontite aggressiva
- Parodontite cronica
- Parodontite necrotizzante
- Parodontite in conseguenza di patologie sistemiche
Negli anni si è riscontrata una notevole difficoltà nel classificare i vari casi clinici in uno di questi quattro gruppi in quanto molto spesso alcune situazioni sembravano rientrare in più gruppi o risultava difficile applicare i criteri di diagnostica nella partica clinica quotidiana. In particolar modo risultava difficile la classificazione tra parodontite cronica e aggressiva; perciò nel 2017 è stata proposta una nuova classificazione che prevede:
- Parodontite definita secondo uno stadio e un grado.
- Parodontite necrotizzante
- Parodontite come manifestazione di malattie sistemiche
Fattori di rischio della parodontite
I fattori di rischio modificabili, ovvero sui quali si può intervenire, sono:
- Placca batterica
- Fumo
- Diabete mellito (specialmente di tipo 1)
- Stress
Sintomatologia:
- Placca abbondante
- Arrossamento gengivale
- Gonfiore delle gengive
- Sanguinamento
- Alito maleodorante
- Mobilità dentale
- Può esserci dolore
Parodontite necrotizzante
La parodontite necrotizzante è un tipo di parodontite particolarmente virulenta e a rapida progressione ed è caratterizzata da:
- Una fisiopatologia caratterizzata da una importante invasione batterica e ulcerazione dell’epitelio
- Una distruzione importante e rapida dei tessuti marginali
- Causa dolore
- La sua risoluzione prevede l’utilizzo di antimicrobici
I suoi segni clinici sono:
- Necrosi e ulcere nella papilla interdentale e le papille risultano mozzate
- Sanguinamento gengivale, dolore, formazione di pseudomembrane e alitosi
- Adenopatia o febbre (però questo non è diagnostico)
- Nei pazienti maggiormente immunocompromessi l’osso va in necrosi.
Condizioni predisponenti:
- Pazienti clinicamente compromessi: HIV o Aids, altre condizioni sistemiche severe, pazienti severamente malnutriti, che vivono in condizioni di vita estreme o sono affetti da infezioni virali.
- Pazienti temporaneamente compromessi: stress, malnutrizione, fumo, recidivi della malattia parodontale necrotizzante o fattori locali come malposizione dentale.
Parodontite come manifestazione di malattie sistemiche
La malattia parodontale può verificarsi anche come conseguenza di una malattia sistemica; perciò, bisogna capire quali sono le malattie e condizioni sistemiche che possono andare a danneggiare i tessuti parodontali. Queste le possiamo suddividere in tre gruppi:
- Malattie sistemiche che influenzano l’infiammazione parodontale: disordini genetici che colpiscono le mucose e il tessuto connettivo, malattie e disordini endocrini malattie da immunodeficienza acquisita e malattie infiammatorie.
- Malattie sistemiche che influenzano la patogenesi della malattia: problematiche psicologiche, fumo.
- Malattie sistemiche che producono la perdita di attacco ma indipendenti dalla parodontite: tumori
Come si interviene?
In qualsiasi tipo di parodontite il primo intervento di trattamento è una seduta di igiene orale professionale e a seguire una seduta di levigatura radicolare che, a differenza della normale ablazione del tartaro, consiste nell’andare a rimuovere depositi di tartaro e placca sottogengivali depositati lungo la radice del dente, eliminando cemento infetto e tossine. In più il paziente viene motivato e istruito sull’importanza di un’ottima igiene orale domiciliare per poter garantire una corretta guarigione e solitamente viene prescritto un collutorio a base di clorexidina per un massimo di 10 giorni per abbassare la carica batterica.
Dopo questo intervento si rivaluta il paziente dopo 3 settimane dal trattamento circa, andando a rivalutare la compliance del paziente nel controllo dell’indice di placca e controllando la guarigione dei tessuti dopo la terapia parodontale non chirurgica (levigatura radicolare).
Al momento della rivalutazione per constatare il successo della terapia è necessario che si verifichino le seguenti condizioni:
- Riduzione della placca e del sanguinamento dell’intera bocca (FMBS,FMPS)
- Eliminazione dell’indice di placca e di sanguinamento nei siti con tasche parodontali.
- Riduzione del fumo
- Controllo della glicemia
- Guadagno di attacco clinico
- Riduzione della profondità di sondaggio della tasca (PPD) in associazione all’aumento della recessione gengivale (perché i tessuti si sfiammano quindi gengiva si sgonfia)
- Riduzione della mobilità.
Nel caso in cui si dovessero verificare tutte le condizioni appena elencate, ma persiste il sanguinamento nei siti con tasche parodontali e non avviene guadagno di attacco clinico, significa che il primo intervento non è stato sufficiente e allora le opzioni possono essere due:
- Un tentativo di ritrattamento nel caso in cui si parli di tasche parodontali di 4/5 mm in denti monoradicolari.
- Terapia aggiuntiva, ovvero si interviene chirurgicamente in tasche >6 mm, in denti pluriadicolati o in zone di forcazione. La terapia chirurgica parodontale elimina la presenza di ‘’ resevoir batterici’’ e modifica l’anatomia favorente la recidiva.
Le chirurgie disponibili per eliminare queste tasche residue sono tre:
- chirurgia osteoresettiva
- chirurgia rigenerativa
- chirurgia conservativa.
Fondamentale per il mantenimento di uno stato di salute in un paziente affetto da parodontite è inserirlo in un piano di trattamento di supporto, con richiamo di igiene orale professionale ogni 4 mesi, per evitare una possibile recidiva.