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White spots (macchie bianche)

Una problematica abbastanza comune e che va a costituire un problema non solo a livello strutturale dei tessuti del dente, ma anche a livello estetico sono le macchie bianche presenti sullo smalto di alcune persone per svariate cause. Queste macchie bianche definite in termine medico ‘’ white spots’’ possono non solo rendere lo smalto più debole e quindi più facilmente soggetto a carie ma risultano essere un problema anche estetico,

Definizione

Le white spots vengono identificate come lesioni cariose iniziali caratterizzate da un inizio di demineralizzazione senza perdita di tessuto evidenti a livello clinico per la presenza di macchie bianche dall’aspetto gessoso. Queste lesioni iniziali non vanno ad alterare la morfologia dell’elemento dentario, perciò, non coinvolgono lo strato estero dello smalto, ma sono caratterizzate da una dissoluzione dei tessuti duri dallo strato sub-superficiale.

Cause

  • Fluorosi: patologia dovuta all’assunzione in età evolutiva di quantità eccessive di fluoro, tramite ad esempio gocce o pastiglie.
  • Amelogenesi imperfetta: è una condizione dello smalto principalmente genetica che comporta un’alterazione della struttura e l’aspetto dei denti.
  • Erosione: perdita di smalto progressiva ed irreversibile dovuta principalmente ad una variazione importante del pH nel cavo orale.
  • Cure antibiotiche: l’assunzione prolungata di antibiotici soprattutto per i primi anni di vita potrebbe facilitare la formazione di macchie biancastre.
  • Traumi dentali: se il trauma colpisce il dente da latte può avere effetti anche sul dente permanente, ovvero a seconda del tipo di trauma possono manifestare le white spots.
  • Demineralizzazioni: la carenza di calcio dovuta alla demineralizzazione dei denti può causare la formazione di puntini bianchi sul dente, oltre che a renderlo più debole e soggetto a carie.
  • Cure ortodontiche

Come prevenire?

Alla base di ogni intervento preventivo vi deve essere sempre:

  1. l’adozione di una corretta routine di igiene orale domiciliare, che prevede l’utilizzo di uno spazzolino manuale/elettrico (meglio l’elettrico) con testina medio/morbida, utilizzati nella maniera corretta mettendo in atto il corretto movimento: verticale gengiva-dente per lo spazzolino manuale, appoggiare la testina sulla superficie del dente per 4 secondi per lo spazzolino elettrico, l’utilizzo dei presidi interdentali almeno 1 volta al giorno (filo/scovolino) preferibilmente prima dello spazzolino, l’uso di un buon dentifricio remineralizzante ed eventualmente utilizzare un buon collutorio.
  2. Sottoporsi periodicamente (ogni 6 mesi) a sedute di igiene orale professionale, per mantenere la salute orale e sottoporsi periodicamente a controlli fin da bambini, anche per intercettare preventivamente queste lesioni.

Le linee guida dell’OMS sconsigliano l’assunzione in età infantile di integratori al fluoro in età infantile in quanto possono portare ad una iperfluorosi dello smalto, causando la formazione delle white spots.

Come viene diagnosticata?

Durante l’esame obbiettivo del paziente il clinico individua la presenza di queste macchie bianche a livello dello smalto semplicemente osservando la bocca del paziente, dopodichè può procedere con un test di transilluminazione per verificare la profondità della lesione, più profonda la lesione e più risulterà scura quando transilluminata.

Rimedi

I rimedi variano in base alla gravità del problema e possono essere di verso tipo:

  • Rimineralizzione
  • Fotopolimerizzazione
  • Tecniche di infiltrazione di resine
  • Protesi dentali

I trattamenti estetici per white spots profonde sono generalmente riparativi, poiché tecniche più conservative come microabrasione sono più efficaci con lesioni di tipo più superficiale.

Tuttavia, i restauri estetici sono procedure invasive che richiedono una notevole usura della strutta dentale. È dunque necessario capire le aspettative del paziente e individuare il tipo di lesione per decidere che tipo di trattamento mettere in atto.

Per un trattamento meno invasivo e con un minimo di usura dentale l’utilizzo di infiltranti risulta essere l’opzione migliore in termini di risultati e tempo di trattamento.

Questo tipo di trattamento viene definito ICON e si esegue nel seguente modo:

  1. Prima di tutto è necessario effettuare un’accurata igiene orale professionale in quanto è necessario che il dente sia privo di placca/tartaro.
  2. Fase mordenzatura: viene applicato sul dente interessato dalla lesione l’acido cloridico al 15% il quale ha il compito di rendere la superficie del dente più ruvida e porosa permettendo ai successivi prodotti di infiltrarsi nello smalto e agire direttamente sulla macchia.
  3. Disidratazione della lesione per mezzo di una soluzione alcolica (etanolo 99%), già a questo punto potrebbe essere possibile intravedere il possibile risultato finale, ma se le macchie risultano ancora troppo visibili si può ricorrere a un’altra fase di mordenzatura finché il risultato non è soddisfacente.
  4. Applicazione della resina a bassa viscosità tramite uno strumento molto sottile per permettere un’applicazione più precisa possibile, in questa fase avviene l’infiltrazione oltre lo smalto dentale, ovvero la resina agisce sulla macchina diminuendo la sua visibilità.
  5. Fotopolimerizzazione della lesione e si termina con la lucidatura del dente.
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