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La carie

Definizione di carie

La carie viene definita dal Ministero della Salute come una patologia dentale infettiva ad eziologia multifattoriale caratterizzata da un andamento cronico degenerativo. Colpisce circa l’80% della popolazione nei Paesi sviluppati e la sua formazione ha inizio mediante un processo di demineralizzazione dei tessuti duri del dente (smalto, dentina) a causa della produzione acida della placca batterica presente sulle superfici dentarie.

Classificazione della carie

  1. Iniziale: nessuna cavità ma macchia sulla superficie.
  2. Superficiale: cavità che interessa la parte inziale della dentina appena sotto lo smalto.
  3. Profonda: cavità che raggiunge la maggior parte dell’organo pulpo-dentinale la quale a sua volta si può suddividere in:
  4. non penetrante: dove vi può essere una iniziale risposta da parte dell’organo pulpo-dentinale
  5. penetrante: la lesione causa una esposizione pulpare.
  6. Acuta: carie umida.
  7. Cronica: carie secca.

Cause della carie

La patologia cariosa ha un’eziologia multifattoriale:

  1. Fattori predisponenti:
  • Età scolare
  • Familiarità
  • Fattori ambientali
  • Malformazioni dello smalto
  • Fattori alimentari: eccessivo consumo di bevande cibi zuccherati/acidi
  • Fattori sistemici: ridotte difese dell’ospite (malattie endocrine, ridotte difese immunitarie, alcolismo, malattie intestinali croniche, reflusso gastro esofageo, patologie immunodepressive, alterazioni della saliva.

La saliva svolge un’azione protettiva in quando agisce come:

  • Diluente acidi organici
  • Tampone riducendo il Ph
  • Antimicrobica
  • Immunitaria
  1. Fattori determinanti:
  • Placca batterica

I batteri sono normali commensali del nostro cavo orale e svolgono funzioni metaboliche indispensabili, la placca batterica è un aggregato di batteri che ricopre la superficie dentale ed è costituita da una parte corpuscolata formata da batteri, leucociti e cellule epiteliali e una parte amorfa formata da glicoproteine salivari e zuccheri derivanti dalla dieta. Già dopo pochi minuti dallo spazzolamento i denti si ricoprono di una pellicola acquisita formata da glicoproteine salivari la quale viene rapidamente colonizzata da microrganismi presenti nel cavo orale come Actynomicens, Lactobacillus e Streptococco Mutans i quali metabolizzano gli zuccheri nella dieta e producono acidi, i quali favoriscono lo scioglimento dei prismi dello smalto dando inizio così al processo carioso. Con il passare delle ore, la crescita batterica aumenta in modo esponenziale e con essa lo spessore del biofilm batterico. Per questo motivo è fondamentale per prevenire l’insorgenza della carie andare a rimuovere la placca batterica adottando tecniche e abitudini di igiene orale domiciliare corrette  quotidiane ed effettuare periodicamente ogni 6/4 mesi l’igiene orale professionale.

Segni e sintomi della carie

  • Dolore al dente
  • Sensibilità caldo/freddo
  • Cavità
  • Macchie nere/marroni
  • Frattura del dente
  • Dolore alla masticazione
  • Cattivo odore

Diagnosi clinico-strumentale

Sono fondamentali i controlli periodici dal proprio dentista/igienista in quanto queste figure sono in grado, mediante strumenti specifici, di andare a intercettare preventivamente la lesione cariosa ed intervenire tempestivamente quando il danno all’elemento dentario è ancora limitato e quindi l’intervento risulta meno invasivo.

Esistono diversi metodi di diagnosi clinico strumentale della carie:

  • Visivo-ispettiva: intercettare mediante l’osservazione intraorale la presenza di lesioni brunastre, white spots (macchie bianche), cavità
  • Specillazione: impegno dello specillo nello spessore smalto-dentinale
  • Radiografica: lesione radiotrasparente nel contesto dei tessuti duri del dente
  • Chimica: prodotti liquidi a base fucsina che se posizionati su dente colorano le aree di demineralizzazione, ma può dare falsi positivi quindi poco usato.
  • Strumentale:
  1. Transilluminazione: al buio viene emanata una luce potente sull’area di interesse e se vi è una carie apparirà una macchia scura
  2. Conduttanza elettrica: tutti i tessuti vengono attraversati dalla corrente e in base alla lor durezza prendono un valore numerico, non appena andiamo a verificare un’area cariate il valore cambia perché cambia la durezza del tessuto.
  3. Fluorescenza

Come prevenire la carie

Prevenzione primaria: mira ad evitare che la patologia cariosa insorga.

  1. Adottare una routine di igiene orale corretta e completa, con l’utilizzo di prodotti specifici e corretti: spazzolino, filo/scovolino, dentifricio adatto e volendo anche l’aggiunta di un collutorio.
  2. Una corretta alimentazione è fondamentale per prevenire l’insorgenza della carie evitando zuccheri in eccesso specialmente monosaccaridi e disaccaridi, evitare l’assunzione ravvicinata di zuccheri, optare per l’utilizzo di edulcoranti alternativi come xilitolo, sorbitolo, evitare cibi/bevande contenenti zuccheri e acidi.
  3. Fluoroprofilassi e sigillature dei solchi: l’igienista dentale/ dentista può intervenire mediante l’applicazione topica di fluoro tramite appositi gel/vernici applicati sulle superfici dentali che vanno a rafforzare lo smalto rendendolo più resistente, oppure mediante la realizzazione delle sigillature dei solchi dei denti masticanti, specialmente in pazienti con difficoltà a mantenere una buona igiene orale e con solchi profondi, attraverso l’applicazione di resine auto/fotopolimerizzanti.

Prevenzione secondaria: consiste nella diagnosi precoce, ed è possibile effettuarla mediante visite periodiche di controllo con timing personalizzato in base al grado di igiene orale domiciliare e suscettibilità alla carie.

Prevenzione terziaria: terapia mediante otturazioni/restauri e prevenzione di eventuali recidive. Se la lesione cariosa risultasse essere in uno stato avanzato potrebbero essere necessari interventi più invasivi come terapia canalare (devitalizzazione) e nei casi più estremi l’estrazione dell’elemento dentario.

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